Artigiano suicida a Genova Sturla: colpa degli studi di settore del Fisco


La festa del lavoro è oramai prossima, ma pare proprio che non ci sia nulla da festeggiare in un Paese in cui, purtroppo, il lavoro porta più che altro guai. La piaga dei voucher utilizzati per coprire il lavoro in nero, infatti, è solo una delle tante sfaccettature di un sistema viziato che permette qualsiasi tipo di forma di sfruttamento, e che non rende giustizia ai lavoratori neanche a partire dalle temutissime cartelle di Equitalia. Dunque dallo Stato. È il caso dei cosiddetti studi di settore, che hanno spinto al suicidio un artigiano il 1 febbraio 2016, nel quartiere di Sturla (Genova).

La vicenda

Un artigiano residente a San Fruttuoso ha scelto di gettarsi nel vuoto, piuttosto che affrontare i nuovi capitoli dell’esasperante verifica fiscale di Equitalia.

Nello specifico, l’uomo soffriva da tempo di depressione, a causa di una grave malattia invalidante che ne aveva dimezzato il reddito familiare, e di un contenzioso con il Fisco, che gli aveva recapitato una serie di cartelle in cui gli richiedeva il pagamento di svariate migliaia di euro.

Il motivo? Il cosiddetto studio di settore: un’analisi che il Fisco avvia per verificare il fatturato medio in base alla comparazione con il reddito di altri lavoratori autonomi del settore in esame.

La stretta di Equitalia

Due cartelle di Equitalia e l’obbligo di pagare una cifra astronomica, solo perché la dichiarazione dei redditi non combaciava con i risultati dei fatidici studi di settore, che prevedevano invece un reddito ben superiore a quanto dichiarato dall’artigiano di San Fruttuoso: la stretta di Equitalia, che in questo periodo sta colpendo tantissimi italiani, è arrivata nel momento peggiore.

L’uomo, già in condizioni psicologiche precarie per via della malattia, ha scelto la via più drammatica per non piegarsi al Fisco: un salto di 20 metri dal cavalcavia sul torrente Sturla, che ne ha provocato la morte sul colpo. Un gesto sul quale stanno attualmente indagando i carabinieri di Quarto. L’artigiano lascia una moglie ed una figlia di 9 anni.

Una tragedia che fa passare la voglia di festeggiare

Parliamo di una tragedia che, seppur esasperata da una situazione lavorativa resa deficitaria da una malattia, fa decisamente passare la voglia di festeggiare.

Soprattutto per via di questa immotivata pressione che il Fisco sta facendo sui contribuenti italiani, e che puntualmente colpisce gli onesti lavoratori che non hanno nulla da nascondere. La speranza è che la sostituzione di questi studi di settore, programmata da mesi, trovi finalmente una sua realizzazione.